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SENZA MUSICA LA VITA SAREBBE UN ERRORE Friedrich Nietzsche

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Larry Schneider, Ferdinando Faraò, Marco Vaggi e Luigi Bonafede Quartet

Luogo: Circolone, Legnano (MI)
Data: 21 aprile 2011
Evento: Si sbagliava da professionisti
Voto: 7


La più celebre tradizione jazz, dal Capolinea di Milano ai club newyorkesi, intrisa dell’eclettismo di Ferdinando Faraò, passa e lascia il segno al Circolone di Legnano, trasformatisi in occasione della rassegna Si sbagliava da professionisti in luogo di culto per amanti del genere.

Il trio di Faraò per la serata si fregia della collaborazione di Larry Schneider: la storia del sassofonista originaio di Long Island parla attraverso il suo curriculum, che riporta collaborazioni con musicisti del calibro di Billy Cobham, Horace Silver e Bill Evans.

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ROGER WATERS

www.roger-waters.com

Luogo: Mediolanum Forum, Assago (MI)
Data: 4 aprile 2011
Evento: The Wall Live Tour 2011
Voto: 8


Sapevo che avrei visto cinghiali volare tra gli anelli del Forum, aerei precipitare, giganti mostruosi muoversi sulla scena ed interagire con i musicisti; mi han detto che durante il concerto, mattone dopo mattone, avrebbe preso forma un muro di 70 metri il cui crollo, ovviamente, avrebbe sancito la fine dello show (e riaffermato un ideale); insomma, la storia la si conosce, la musica pure. In definitiva prima di vedere The Wall sapevo tutto, tranne che tutto mi avrebbe stupita.

In perfetto orario le luci si spengono e il palazzetto si trasforma. Lo spettacolo non si vede dalle tribune: lo spettacolo sono le tribune stesse. Una contraerea circonda la platea con effetto dolby, occhi di bue scandagliano il pubblico nascosto nella penombra, un aereo si abbatte sui pezzi di muro al lato del palco e prende fuoco tra esplosioni pirotecniche: In The Flesh ci spinge a colpi di scena nella ferita di Waters, nel dramma di The Wall.

Uno schermo tondo appeso al centro della scena è il fulcro delle proiezioni, completate ai lati dal muro utilizzato come megaschermo in divenire. Le immagini che scorrono sono sia tratte dell'opera originale, sia video creati ad hoc per lo show. Di quest'ultima categoria fanno parte i primi piani delle vittime di guerra, militari e civili, che scorrono durante The Thin Ice, il primo dei quali è un omaggio al padre di Waters morto ad Anzio nel 1944.

Impossibile – penso - che lo spettacolo possa tenere lo stesso tenore per tutta la sua durata; e vengo subito smentita. Le emozioni sono in crescendo, come i personaggi sul palco: il severo e dispotico professore-martello disegnato da Gerald Scarfe si materializza in versione marionetta di 90 metri alla destra del palco. Con movimenti fluidi e perfettamente ritagliati sull’animazione originale il pupazzo oversize sembra minacciare i musicisti finché il monderno coro di bambini freestyle di Another Brick in The Wall lo caccia dal palco.

A metà serata manca solo un mattone al completamento del muro: è l’unico spiraglio da cui ancora si intravede il palcoscenico prima che Waters, affacciato verso il pubblico, chiuda brano, primo tempo e contatto visivo. Nella seconda parte sono i quindici proiettori puntati sulla parete a dar vita ad uno spettacolo surreale: il muro esplode, implode, si liquefa e riscostruisce grazie ad effetti 3D estremamente suggestivi.

I musicisti sono celati alla vista del pubblico. Si elevano al di sopra del muro tramite un sistema di montacarichi e pedane mobili solo nei momenti in cui il loro ruolo è centrale (un esempio su tutti, il sacro solo gilmouriano di Confortably Numb). In tutto questo Waters ha il carisma e il phisique du role per non essere oscurato dalle sofisticate ed eccezionali scenografie, è l'assoluto protagonista e si cala perfettamente nei panni del suo alter ego; c'è tuttavia chi paga il prezzo di tutto questo sfoggio: il concerto stesso, lo spirito live, il rapporto intimo ed empatico tra l'artista e il suo pubblico.

Ma lo scopo dello spettacolo non era certo questo. Waters ribadisce nel 2011 la sua condanna delle dittature, dei soprusi, dei giochi di potere che si abbattono sull'umanità come le bombe che in Goodby Blu Sky prendono simbolicamente la forma di svastica, stella di david, falce e martello, dollaro. Lo scopo dello spettacolo, perfettamente centrato, era stupire, colpire e suscitare una rifilessione attraverso la musica e la metafora immortale di The Wall.

Mercoledì, 20 Aprile 2011 08:08

Festa del ta voeuri ben 2011

Festa del ta voeuri ben - Abbiategrasso Il MelogranoSabato 21 maggio 2011
presso il

Parchetto di Soriano

avrà luogo la

Festa del ta voeuri ben

Musica live dalle ore 18.00 con Heads Banana, 12 inch & half live, FattiDiRock, SnowPuppets live, Gamba de Legn, Carry
Ingresso gratuito

Scarica la locandina



 

 

Sabato, 19 Marzo 2011 12:18

Quando cultura fa rima con chiusura

Scritto da

E' di pochi giorni fa la notizia (11 marzo), che il governo ha congelato nuovi fondi destinati alla cultura. Per l'esattezza la cifra equivale a 27 milioni di euro, il che ha portato ad una riduzione del F.U.S. (Fondo Unico per lo Spettacolo) del 50% circa rispetto al 2008. Ed altri tagli sono in arrivo. Molti teatri italiani sono a serio rischio chiusura, più di un lavoratore ha espresso la preoccupazione di perdere il proprio posto di lavoro e che l’attuale stagione artistica possa essere l'ultima.

Lo spettro della cessazione dell’attività rischia di rivelarsi un incubo reale, ad esempio, per il Teatro Regio di Torino, i cui lavoratori hanno di recente occupato simbolicamente la sala in cui si teneva la conferenza stampa di presentazione dei “Vespri siciliani” di Giuseppe Verdi, ironia della sorte proprio l'opera destinata ad inaugurare le celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia. I manifestanti hanno messo in scena il funerale del Teatro, esibendo una bara avvolta nella bandiera tricolore. Il sovrintendente del Regio, Walter Vergnano, ha promesso in un comunicato (7 marzo) che continueranno a lavorare affinchè il Regio rimanga aperto nonostante "la cecità dei tagli dei finanziamenti pubblici metta a dura prova la nostra stessa esistenza". La situazione non è migliore a Genova, dove lo scorso martedì le maestranze di Teatro della Tosse, Teatro dell’Archivolto, Teatro Garage e Teatro Cargo hanno occupato pacificamente il Consiglio Regionale, a partire dalle 11,30 nell’atrio di Palazzo Ducale. A rischio anche, tra gli altri, il Teatro Lirico di Cagliari, Cinecittà Luce, a Roma, e diversi teatri della provincia di Modena (viaemilianet. it, 11 marzo).

Tre giornate di mobilitazione a favore della cultura e dello spettacolo e contro i tagli ai finanziamenti pubblici sono state promosse per il 26, 27 e 28 marzo a livello nazionale, e le raccolte di firme ed i forum di protesta vanno moltiplicandosi. Il ministro alla cultura, Bondi, di fatto dimissionario, che negli ultimi tempi non ha fatto mistero di non essere in grado di tamponare quella che si sta dimostrando una vera e propria emorragia di sovvenzioni (Il Coordinamento Nazionale Uil Beni e Attività Culturali ha appena annunciato un probabile, ulteriore congelamento di altri 50 milioni di euro), auspica in una nota che "il mio successore abbia l’autorevolezza e la forza di porre rimedio e invertire l’attuale situazione". Una vera e propria dichiarazione d'intenti...

 

Sabato, 05 Marzo 2011 19:12

Gente in Comune in Concerto

L'ANCI (associazione nazionale comuni italiani) con il sostegno di Regione Lombardia e Comune di Milano presenta una

SERATA MUSICALE DI SOLIDARIETÀ CON I COMUNI ALLUVIONATI DEL VENETO

Venerdì 11 marzo 2011 - ore 21.00

Teatro FRANCO PARENTI di via Pier Lombardo, 14 - Milano


Nell'ambito delle CELEBRAZIONI PER IL 150° DELL’UNITÀ D’ITALIA avrà luogo lo spettacolo musicale dei GENTE IN COMUNE - la band dei sindaci d'Italia.

Nel repertorio della band ritroviamo classici degli anni Sessanta e Settanta della musica Italiana, dai Nomadi a Battisti, dalle Orme ai Dik Dik,  intervallati per l'occasione da un testo incentrato sulla tematica dell'amore e della solidarietà scritto da Mauro Parrini e letto da Martino Garavaglia.

I GENTE IN COMUNE sono:

Sergio Garavaglia - voce
Maurizio Salvati - chitarra solista
Oscar Valente - Chitarra e voce
Livio Garavaglia - Batteria
Luca Brusadelli - Tastiere
Fabio Losa - Basso

Ingresso a offerta libera

Per informazioni www.genteincomune.it

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Venerdì, 04 Marzo 2011 09:12

Lucca Jazz Donna

Lucca Jazz Donna 2011Sono donne, artiste, strumentiste e cantanti provenienti dall’Italia e dall’estero. Sono 18 e sono state selezionate per questa VII edizione di Lucca Jazz Donna, festival di jazz al femminile organizzato dal Circolo Lucca Jazz, dal Comune di Lucca e dalla Provincia con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lucca, della Banca del Monte di Lucca, della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Regione Toscana all’interno della Toscana dei Festival.

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GIOVANNI FALZONE SPECIAL BAND

Luogo: Art Blakey Jazz Club, Busto Arsizio (VA)
Data: 28 febbraio 2011
Evento: Rassegna Jazz
Voto: 9

Una serata all’Art Blakey Jazz Club riesce sempre ad incantare grazie al suo particolare fascino anacronistico: la frenesia della contemporaneità e lo squallore di una modernità asettica non riescono ad oltrepassare le spesse tende in velluto rosso che preservano una scena d’altri tempi, calcata dai migliori jazzisti in circolazione.

Se poi, dietro alla porta d’ingresso, ad aspettarti ci sono un gruppetto di note pronte a trasportarti dritto al cuore di Lonely Woman, è inevitabile sentirsi parte di un epos in cui sembrano riecheggiare le parole di Ornette Coleman «Non ho mai cercato di suonare la musica del mio tempo, ho sempre cercato di  pormi fuori dal tempo».


Simili i presupposti da cui prende le mosse il progetto della Giovanni Falzone Special Band per uno spettacolo che, senza lasciare dubbi circa gli intenti, intitola Around Coleman. E’ lo stesso trombettista siculo a sottolineare la volontà di inserirsi sulla scia di quel modo di vivere e pensare la musica, al di fuori e oltre le regole del tempo, pescando dal repertorio delle origini, quindi interpretando liberamente standard e brani originali, concedendosi tanto al free quanto al bop, senza temere incursioni di altri generi musicali.
Le intenzioni di Falzone trovano terreno fertile per diventare un funambolesco spettacolo in grado di divertire, coinvolgere ed emozionare grazie a musicisti che non si fanno pregare quando si tratta di dare al brano il proprio apporto unico e peculiare: all’esplosivo e incontenibile trombone di Beppe Caruso fa eco il versatile ed impeccabile Francesco Bearzatti, mentre Zeno De Rossi, eclettico, regge sapientemente la ritmica assieme al contrabbasso di Paolino Dalla Porta; il tutto è prepotentemente orchestrato dall'istrionico Falzone che imprime la propria personalità tra le note di ogni brano.


L'apertura affidata a Blues Connotation, tratta da Ken Burns Jazz di Ornette Coleman, sembra voler dichiarare apertamente agli ascoltatori che dovranno aspettarsi un’esibizione libera di spaziare attraverso un ampio universo sonoro, senza  restrizioni o paletti di alcun genere. Così la sucessiva Fuga mentale, brano originale di Falzone, può tranquillamente andare a parare sulle note di Lonely Woman in un gioco di rimandi e citazioni in grado di divertire pubblico e musicisti. Il gioco si ripete col successivo brano introdotto da un solo di batteria che prepara la scena all'unisono dei fiati; il giro degli assolo inizia con la tromba del leader, prosegue con il trombone sordinato di Caruso e si conclude sulle note vellutate e aeree del sax di Baerzatti.

Il viaggio della Giovanni Falzone Special Band non può non soffermarsi sull'emblematica Free, presente nell'album Change of The Century del 1959, primo brano della storia in cui compare ufficialmente la parola che avrebbe contraddistinto un'epoca del jazz. Si tratta di una serie di microtemi, frammenti di pochissime battute, attorno ai quali i musiciisti si divertono a costruire ed improvvisare: una sferzata di energia allo stato puro proviene dal fraseggio di Beppe Caruso che modula ed arricchisce il suono con qualunque tipo di artificio, dalla straight al growl.  In quanto a fantasia non è da meno De Rossi che dopo aver messo mano a stracci, catene ed aver utilizzato le bacchette in tutti i modi (anche impropri) possibili, in un finale che rischia di sfociare nel garage stacca il piatto dalla piantana e continua a percuoterlo sulla pelle del rullante.

La serata continua con ordine cronologico approdando a Ornette! (1961), ma per il congedo si sceglie un'inversione di marcia con un salto al jazz delle origini di Bourbon Street, nome di una via centrale di New Orleans, appunto: Bearzatti accantona il sax per dedicarsi ad un clarinetto scanzonato, che sembra in alcuni passaggi fare il verso al minstrel.

Allegramente si conclude quindi un concerto intenso e coinvolgente, senza sbavature nè tempi morti, interpretato da cinque assoluti protagonisti della scena jazzistica internazionale.

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